15 Giugno 2020

Buongiorno a tutti

dopo un concitato maggio di buon lavoro sembra di essere tornati alla normalità stagionale: tutte le barche sono al rush finale per creare una bella coda ad imbuto in banchina in attesa del proprio turno di travel lift e poi potranno riprendersi la libertà perduta!

Se non fosse che alle abituali scomode posizioni rannicchiate in sala macchina si somma oggi anche l’appannatura degli occhiali dovuta alla mascherina anti-covid (la coscienza già mi rimprovera: “ non l’hai sistemata bene sulla faccia, allora!”), sembra di avere alle porte un inizio stagione come tanti. E ben venga! Tra l’altro le statistiche dei contagi non hanno fatto registrare in nessun modo il temuto rimbalzo per il parziale allentamento del lock down e il caldo torrido alle porte dovrebbe dare una ulteriore mano alle nostre sorti.

Mi appresto quindi ad illustravi in questa Newsletter, non tanto dove hanno spaziato i miei filosofici pensieri, ma finalmente cosa, le forti braccia dei nostri dealers hanno effettivamente installato sulle belle barche che seguono. Un sacco di interessantissimi lavori, di cui non vediamo l’ora di saggiare il comportamento in mare.

Buon giugno a tutti Voi dal team Humphree Italy Center

Federico Fiocchini.

Amer 100/11

Con una bella manovra di sorpasso all’ultima curva il ns. dealer di Sanremo ha fatto la prima installazione in refit delle nostre nuove pinne grandi, mettendole in mare in tempi celerissimi. La prima barca della gloriosa linea delle Amer 100 era già dotata in origine di pinne stabilizzatrici, ma della vecchia generazione ad attuazione idraulica; si è quindi meritata un bel paio di pinne da 1,3mq/cad. Eccola quindi sotto già pronta e finita, con le pinne lucide (di Propspeed!) e vestita a festa per il varo. Onore comunque alle vecchie appendici che sfinite dopo tante miglia (e parecchie latte di olio idraulico) vanno giustamente in pensione. Notare la nuova posizione conservativa per le pinne impostabile per il varo

Sanlorenzo 82’

Vi avevamo annunciato il mese scorso questa seconda Sanlorenzo refittata con 2 pinne 1,00mq/cad Humphree; braccata a lungo nel suo peregrinar di marina in marina finalmente il ns. prode dealer Cararra Yacht Service l’ha portata a Casa e ….. messa sui cavalletti! Il caso ha poi voluto che accanto ci fosse una barca gemella, ma con le pinne di primo equipaggiamento (della concorrenza); le pinne si sono guardate un po’ in cagnesco, ma in mare c’è spazio per tutti belli e…. brutti!. L’installazione, seppure con le insidie tipiche del refit, è stata veloce. Montate in 3gg di lavoro con modifica all’impianto elettrico inclusa; la sudata l’abbiamo fatta a tirare i cavi, mentre la parte meccanica è andata via liscia. Pinne montate alle servo unit ed allineate in meno di una ora, fantastico…… un po’ come cambiare la ruota alla nostra automobile: 10 viti a pinna, basta una chiave (ma che sia dinamometrica!).

Ah dimenticavo: il comandante alla fine si è messo le ali!

Mangusta 108 Refit

Sempre fervente di attività il Cantiere del Mediterraneo di Sanremo (Foce Bussana) che ha dato una bella scossa di aggiornamento a questo 108’.

Installati a poppa 4 intercpetros H1150 (di serie sui modelli prodotti negli anni successivi) e montate due pinne fisse HVF500 ventilate alla base per il mantenimento della rotta, nella misura di 0,5mq/cad. Il ns. grande tester Matteo entusiasta al telefono a fine prova in mare: “ Federico, la barca ora sta come sui binari e la prua non spara più in alto”!!!…. Grande team.

Mimì Libeccio 13,5m

Non solo i superyacht meritano i migliori eqipaggiamenti per l’assetto. Anche questo Mimì tenuto in modo maniacale dal suo orgoglioso armatore ha deciso di sostituire i suoi flaps con un bel paio di intercpetors X600. Vediamo se nella prova in mare convinciamo l’armatore a mettere a budget per l’anno prossimo anche la centralina per la stabilizzazione dinamica ACTIVE (optional). Sotto, prima e dopo la cura:

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Buongiorno a tutti

e anche aprile è alle nostre spalle, con il meritato risultato da parte di tutti noi di aver saputo scollinare il massimo dei casi attivi del noto contagio.

La diffusione del virus in Italia può essere sintetizzata in 3 date chiave:

  • il 20 aprile, primo sospirato giorno di discesa dei contagiati attivi (oltre 180.000 accertati), a fronte di un drammatico
  • 21 marzo, che segnò il detonante picco dei decessi (oltre 6.500 casi in un giorno), e
  • il 22 febbraio, in cui prendemmo inequivocabilmente coscienza di essere di fronte ad un pericolosissimo nemico invisibile.

In questi 2 mesi “il subdolo” si è rivelato attraverso la scia di distruzione che ha lasciato al suo passaggio.

Guardando al futuro maggio rappresenta dunque la fase cruciale della transizione, ove avremo la progressiva riapertura delle attività economiche vitali in contrapposizione al mantenimento di alcune misure precauzionali anti-contagio. Il monitoraggio dei casi attivi, che ci si attende ricrescano inevitabilmente con la progressiva riapertura, permetterà di trovare quel delicato equilibrio tra una conduzione di vita espansiva ed una difensiva, dettata dal mantenere finalmente controllabile la dimensione del contagio. Tutto questo fino alla disponibilità dal vaccino, atteso entro l‘anno.

La nostra rinascita potrà essere progressiva solo se ci sapremmo comportare tutti in modo prudente e coscienzioso, nei prossimi mesi saremo dunque più che mai artefici del nostro destino, economico e non solo.

 

Cosa ci ha sta insegnato questa traumatica esperienza?

Innanzitutto la sospensione delle attività ci ha imposto di meditare a lungo, “lusso” che solitamente non ci concediamo. In realtà dedicare più tempo a pensare, invece che al solo fare, è un investimento, che a mio parere è alla radice del “sapere cosa fare, farlo bene, bene già dalla prima volta”. Quindi l’aver rielaborato a freddo la nostra quotidianità, ci permette di ripartire con l’ambizione di innalzare il livello qualitativo del nostro prossimo operato.

La seconda cosa è il cambio di prospettiva, il vecchio tran tran ci pare oggi come una MERAVIGLIOSA NORMALITA’ da ricnquistare.

Questa contingente fase di transizione ci impone un cambiamento comportamentale riassumibile in una dimensione maggior consapevolezza e organizzazione e del nostro lavoro e della vita privata. Fare tutto quello che già sapevamo fare prima. ma con maggior pianificazione, ci permetterà di agire con minor frenesia a maggior efficacia. Dovremo pagare un costo per tutto questo, ma siamo di fronte ad una imperdibile occasione di trasformarlo in un proficuo investimento, se saremo capaci di aver consolidato in noi il virtuoso cambiamento anche ad emergenza finita.

In tutto questo complesso scenario io continuo a sognare di ritrovarmi a bordo del mio amato natante per una adrenalinica cavalcata tra le onde o in rada a contemplazione del nostro bel mare. Certo che questo presto si verifichi vi accompagno sotto attraverso i nostri ultimi progetti di refit in Italia,

buon maggio a tutti Voi e famiglie

da tutto il team Humphree Italy Center

Federico Fiocchini.

 

M/N Patrizia

Per noi è il progetto dell’anno!

Ci siamo aggiudicati la fornitura di un impianto di stabilizzazione (ovviamente anche “zero speed”) a 4 pinne delle nostre nuovissime da 1,5mq/cad.

Quando un anno fa in Svezia abbiamo visto queste pinne in anteprima segreta, abbiamo subito capito che questo completamento di gamma ci avrebbe dato quell’ ulteriore spinta per mantenere l’impressionante crescita di quote di mercato che i nostro marchio sta segnando.

Ma sfidiamo anche chiunque a rimanere indifferente alla bellezza tecnica della realizzazione di questo manufatto in carbonio su tale importante dimensione.

Insomma chi ama il mare e le barche ama la bellezza nelle sua massime espressione e le nostre pinne sono indubbiamente un tassello di questo mosaico di fascino. E anche se una volta montate sotto l’opera viva non si vedono più…. si sentono, eccome.

La M/N Patrizia è una nave storica degli anni ’50, oltre i 50m, 600 tonnellate, che è stata sottoposta ad un refit radicale della durata di diversi anni, che volge ora al termine dei lavori.

Le linee vintage, sobrie e spigolose, di questa nave rievocano in me un piccolo Titanic. Camminando attraverso i suoi saloni in ricostruzione, mentre analizzavamo la fattibilità del progetto, la mia mente immaginava di districarsi tra la folla dei primi fortunati ricchi passeggeri di quell’epoca, quando la vera povertà del dopoguerra ancora dilagava nella nostra società….ma presto potrà essere goduta da chiunque, visto che sarà impiegata per cerimonie o crociere a corto raggio nel Golfo di Napoli.

Ebbene maggio sarà il mese dell’installazione delle pinne. Vi terremo informati sugli sviluppi, intanto vi regaliamo l’ immagini di come sarà la nave.

Sanlorenzo 82’

Non è facile convincere un armatore a montare sulla propria barca un equipaggiamento di marca diversa da quella prevista in origine dal cantiere costruttore.

Ma siccome a noi piacciono le sfide, abbiamo insistito, forti delle ottime performance di stabilizzazione raggiunte su una barca analoga refittata nel 2018.

La chiave di volta è data dal fatto che il nostro impianto, tra quelli oggi disponibili sul mercato, è il più facile da installare. Cosa più che mai apprezzata in ambito refit, ove si è costretti ad operare a bordo facendo i conti con la scarsa accessibilità di un allestimento impiantistico ed un arredamento già completo.

La minor invasività e l’ottimo passa parola sul prodotto Humphree sono stati dunque gli ingredienti del nostro successo.

A maggio è previsto il varo con dotazione pinne da 1,00mq/cad per stabilizzare le 70 tons di dislocamento.

Akhir 18m Fly

Per questa imbarcazione da 27 tons l’armatore era in cerca di un sistema per la regolazione automatica dell’assetto anche a fronte  dello squilibrio dei pesi di progetto derivante dall’installazione di un giroscopio.

In sostituzione dei 2 flap da ca. 70cm abbiamo proposto 2 interceptors tipo HA1100, quindi larghi 110cm/cad e con alloggiamento del motorino elettrico asimmetrico (non centrale rispetto alle lame), per via dei ridottissimo spazio disponibile nel vano motore /specchio di poppa. Il già presente flap centrale fisso sul V di chiglia lo abbiamo mantenuto, male non fa, dato che col suo prolungamento di carena contribuisce al sostentamento della poppa alle basse velocità. Refit in corso, vi aggiorneremo sui risultati ottenuti nella prossima newsletter.